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Rosanna Tempestini Frizzi La Corte Arte Contemporanea Firenze

Antonia Fontana ' di pensiero ' a cura di Rosanna Tempestini Frizzi e Carolina Orlandini

In galleria testo di Gianni Caverni 6 - 20 Marzo 2014

‘ di pensiero ‘

di pensiero con il di minuscolo, come nei cognomi nobiliari, sottintende l’invito da parte di Antonia Fontana a considerare il pensiero - nell’accezione più alta del termine - come il fulcro cardine su cui si imperniano il tempo e l’azione che il processo creativo necessariamente comporta o meglio dovrebbe comportare, dal momento che troppo spesso si dimentica di esperire quanto ci si pone davanti.

L’intero progetto di Antonia Fontana si incentra sull’idea che l’arte sia un lavoro fondato sul pensiero; è il pensiero che crea ed è attraverso l’idea che si mette in atto una realtà indagandola con uno sguardo che sappia unire il vedere e il sentire, uno sguardo quindi aperto alla relazione e che sappia offrire la percezione del mondo che l’artista recepisce.

L’idea diviene così segno, traccia concreta e materica, sintesi della lettura che l’artista propone della realtà filtrata dalla propria coscienza.

Antonia Fontana propone nei suoi dipinti una lettura raffinata dell’azione del dipingere, sentita come un vero e proprio spazio mentale che rispetta il divenire di quello che potrebbe essere definito un processo alchemico di trasformazione all’esplorazione sensoriale della realtà.

Il progetto presentato da Antonia Fontana a La Corte Arte Contemporanea è un lavoro frutto di un’attenta riflessione, che si inserisce intimamente nella sua produzione, abbracciando quei principi di equilibrio e armonia del pensiero rinascimentale, filtrato da uno sguardo consapevole del nostro contemporaneo.

Le sue opere nascono da una meditazione accurata sui rapporti armonici e su "quei rapporti di proporzione che la natura racchiude in sé

e che sa presentare puntualmente nelle sue manifestazioni, divenendo espressione di bellezza, il segreto dell’armonia delle forme visibili”

Carolina Orlandini

Ho pensato a un semplice titolo che inviti a continuare a considerare il pensiero come il motore del tempo e dell’azione che il processo creativo comporta.

Come nel ‘ di ‘ minuscolo dei cognomi nobiliari, la parola associata ‘ pensiero ’ assume un prezioso significato, parola che in questi tempi

è facilmente abusata o violata.

I lavori che presento in questo progetto prediligono un contenitore, i cui lati rispettano quei rapporti di proporzione che la natura racchiude in sé e che sa presentare puntualmente nelle sue manifestazioni, divenendo espressione di bellezza, il “segreto” dell’armonia delle forme visibili, bellezza con la quale l’essere umano convive o dovrebbe convivere.

Le immagini sono inserite in rettangoli che mi piace chiamare ‘contenitori energetici’, sia i grandi, sia i piccoli, rispettano una successione numerica, le carte misurano cm 89x55, i rettangoli interni cm 34x55 e così via, anche la grande tela e il tappeto di cera rosa rispettano una proporzione.

All’interno di questi contenitori convivono più profili, non solo il mio, si attivano domande, dialoghi.

Antonia Fontana

EPPURE

Eppure l’equilibrio non si arrende, la natura, nonostante gli oltraggi che subisce in ogni istante, si ostina a declinarsi in ordine, in rapporti complessi e perfetti. Le proporzioni studiate, svelate ed amate dai matematici migliori quelli che hanno capito la modernità cercando la regola e non piccandosi di imporne una alla natura, resistono e certamente convincerebbero se solo colui che ne è l’inquilino non si arrogasse il diritto di esserne il padrone e non calcolasse il futuro solo immaginandolo nella misera brevità insignificante della sua personale esistenza e del suo sterile tornaconto.

Antonia Fontana da anni ci parla di questo, e da anni sa ritrovare l’ottimismo del mondo rinascimentale, là dove l’uomo plasmava con rispetto la natura e ne era capace per amore di scoperta. Certo forse quello di Antonia è l’ottimismo della volontà (gramscianamente parlando): “Nessuna angoscia, nessuna lacerazione, nessun enigma, ma consapevolezza della realtà che ci circonda” mi ha scritto; la sua siluette, del volto e del corpo, che appare spesso nei suoi lavori sempre dentro “quel rettangolo le cui misure rispettano quella sequenza numerica importante, (da Fibonacci a Pacioli) espressione di armonia e di equilibrio che la natura racchiude in sé, rettangolo che traduco in contenitore, stanza, finestra sul mondo”, quella siluette, dicevo, non è la sua ma quella di tutti noi, e se in alcuni casi manifesta i segni evidenti di una gravidanza è per la consapevolezza che il tempo non si fermerà comunque, neppure per evitare la catastrofe. Oddio, a ben guardare di catastrofe ne parlo io, certo non da solo, ma non Antonia: sarà per questo che, per quanto mi riguarda, l’ottimismo latita e non riesco a rintracciarmelo nella volontà, figurarsi nella ragione! Sarà per questo che sono così curioso del lavoro di Antonia.

Gianni Caverni

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