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Daniela Cresti   "contatto permeabile" La Cour Carrée Firenze, Personale 2017                                                               I cantieri proposti da Antonia sono luoghi di incontro, luoghi di filosofia dell’arte.

Un approccio che esclude l’isolazionismo e che va ad esplorare il progetto di costruzione, di metamorfosi, atto che interpreta ed attiene al processo rigenerante dell’Arte Contemporanea.

I titoli delle opere sono esaustivi sia dell’idea di un luogo/non luogo dove avviene un “Incontro”, un “Contatto”, un “Tuffo”, sia del contesto di indagine ed esplorazione di rapporto fra situazioni sensorie e immagini.

Il processo di trasformazione è nucleo fondante nell’ opera dell’artista. Determina una narrazione come processo ermeneutico. Nello storicismo e poi nella fenomenologia (M. Heidegger), l’istituzione di continue correlazioni tra il sé e l’essere è un processo che va dalla totalità delle manifestazioni umane alle sue parti e viceversa.                     Un procedimento di interiorizzazione, di spinta verso un contatto intersoggettivo con la società. Non esiste il soggetto, o meglio esiste ma senza appartenenza all’ Io ma al Noi. Questo Noi interagisce con realtà in evoluzione, con strutture sociali fluide, con accadimenti molteplici relazionali e non forzatamente consequenziali.

Le sperimentazioni sui materiali e sulle tecniche di Antonia Fontana esaltano ulteriormente il racconto di dinamiche percettive e concettuali nel rapporto fra interno ed esterno trasferendosi in conoscenze sensibili ed immagini.

Il pigmento acrilico e il tratto deciso delineano e ostentano raccoglitori di idee ben definiti, ma la gestualità spesso travalica i confini tratteggiati e si dilata in un esterno significante di relazione e trasformazione. A volte schegge impazzite, a volte turbini leggeri creano quell’atmosfera di equilibrio e differenza che coesistono e sono basilari in ogni tipo di relazione.

 

Raul Dominguez   "nomade liquido" Alberto Moretti/Galleria Schema Carmignano, Prato, Personale 2015                   Spinti dai pensieri, contemplando le opere di Antonia Fontana, ci si domanda, come le sue mani o con quale incanto queste, siano capaci di controllare la natura, ma, dando poi una veste naturale, sfidando e/o dando verso, alla gravità, o favorendo l’inclinazione dopo l’orizzontalità, per così darsi poi nuove forme, esplorando nuovi spazi, e apparire poi in aspetti che conosciamo forse nell'immaginario del vissuto recondito, simili ma non uguali, o che, si riconoscono, ma non sappiamo dove o quando, questa è come una metamorfosi nel momento della sua auto creazione, è forse la metafora della vita, avvolta in questo invisibile contenitore senza margini delle nostre esperienze. Il gesto esprime il significato, così l’azione nello scorrere del colore, acquista una sua dinamica scivolando sull'area vergine e bianca del supporto, e come da una danza liquida, il soggetto prende la sua forma. Sono eteree architetture, sculture bidimensionali, che attendono impazienti il momento di agire, stendersi, nuotare, correre; la performance dell’artista provoca lo spostamento liquido del colore e trasmette le oscillazioni nella superficie. “Contenitori come portatori di esperienze, in cui l’essenziale comporta il taglio dell’inutile” A. Fontana. Come un’allegoria, l’oggetto, il luogo, paesaggio, organismo dell’uomo contemporaneo che l’attualità, di conseguenza, rende disposto a sradicarsi per aggiungersi altrove in una sorta di continuo nomadismo, fenomeno migratorio di un processo che vede una geografia attraversata da una mente collettiva.

Un’altra opera, e’ anche questa come tutte, avvolta nella magia creata dal pensiero o dalla mente, il trasporto interno a noi, dell’idea di un oggetto vissuto, forse calpestato o ammirato, o anche ignorato, e che adesso non c’è, ma lo vediamo o si pensa di vederlo, nascosto in un’altra veste. In queste azioni u opzioni ci si avvicina ai termini “generare”, ma anche a quello aggettivato “meraviglia ” e così a definizioni di grandi che con dovuta modestia posso citare: Platone, Aristotele.

« chi prova un senso di dubbio e di meraviglia [thaumazon] riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall'ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. »            

 

"silenzio trasparente"  Università - Architettura Firenze, Archi-thè a cura di Luca De Silva, Videoinstallazione / still image, Personale 2016     E’ dare voce al silenzio, una voce che recuperi la dimensione etica dell’ascolto, è osservare il presente, è leggere le sue urgenze in un mondo feroce, è collocarci tra la sfida della complessità e lo spazio di contemplazione in un insieme di riflessioni per dare voce alla ricerca di una possibile armonia.

“Il silenzio è la gentilezza dell’universo” Abdelmajid Benjelloun

Un linguaggio che afferma il presente nella sua complessità, “Il silenzio non cessa mai di sottendere il suo opposto e di dipendere dalla sua presenza “ Susan Sontag.                                                                                                           Sono frammenti spazio-temporali in alchemiche trasformazioni, in un processo di percezione del tempo e dello spazio tra Uomo e Natura secondo la poetica della trasformazione in un’esperienza di conoscenza. E’ ascoltare un paesaggio emotivo, umano e naturale, è ascoltare il linguaggio persistente della Natura, è catturare il suono del suo silenzio. E’ una difesa del silenzio, è cucire pensieri liberi in una sequenza sensoriale di immagini attraverso visioni plurime, quasi incantate, nella percezione di uno spazio attraversato da paesaggi sospesi, nel desiderio di percorrere una via poetica della bellezza, nella coscienza dell’importanza della sua cura. E’ disegnare lo spazio con il corpo e con la luce con una scrittura astratta, un viaggio che manifesta quella soglia tra intimità all’interno e sfida all’esterno, che in brevi tratti ospita il corpo come confine tra privato e pubblico. E’ concludere con una immagine nell’assenza totale del suono, è il silenzio che si traduce in ascolto, è sospensione, è ascoltare e ascoltarsi. A.F.

Ho lavorato a questo progetto dedicandomi ad una selezione di mie esperienze artistiche, differenti nel linguaggio ma comuni nell’idea. Nel desiderio di ottenere un’idea portante, ho disegnato una regia orientata all’ottenimento di una fusione della pittura con il video e la performance in una riconfigurazione di un editing in cui la traccia-video e la traccia-overlay si coniugano in visioni plurime che, ritmate nello spazio, scandiscono l’essenza dell’idea. Sono nati due video. A.F.

Nicola Micieli   "Crocevia" Villa Pacchiani Santa Croce sull’'Arno, Pisa, Catalogo 1999

'... Nella sua lunga ricerca sulla forma intesa, in modo intrinsecamente bergsoniano, come provvisoria visualizzazione di un'energia che attraversa e vitalizza la materia, Antonia Fontana ha toccato alcuni dei momenti più coinvolgenti del repertorio espressivo contemporaneo, dalla performance all'installazione, dalla restituzione figurale del movimento alla commistione dei media comunicativi: pittura suono materia corporeità....'

Giandomenico Semeraro   "Progetto Mater" La Corte Arte Contemporanea Firenze, Personale, Catalogo 2001

'... il nome stesso dato dall’'artista indica un dato di inconfutabile maternità in quanto non solo legittimamente connessa alle sue opere, ma secondo una chiave e una dimensione ben più ampia, che sono convinto sia propria delle arti nei confronti dell’'umanità. Su ciò hanno insistito ed insistono diversi artisti, i quali come acutamente aveva indicato Joseph Beuys sono il ‘soccorso’ della società, e vegliano mentre questa dorme.                                 Artisti per i quali è primario il rapporto fra sé ed il mondo, piuttosto che non la mera interiorizzazione così in termini biografici che linguistici….. Contenitore e contenuto, che muove sempre in ogni caso a procedere dall’'esperienza primaria dell’artista, allo stesso tempo motore... il percorso artistico di Antonia Fontana si è sviluppato su questi temi fondamentali, mantenendo per se stessa una grande libertà espressiva nella scelta dei media - dalla pittura al video, dalla performance alla scultura -, in questa occasione ci troviamo di fronte alla presenza simultanea di tali codici, tale da permettere una esplorazione accelerata…in stretta simbiosi con l’esperienza poetico/sonora, diventando concretamente ‘Esperienza Totale’.

Così oggi la reiterazione dell’immagine fotografica, posta sia frontalmente (in grande dimensione) a parete, sia, ridotta, in accumulazione sul pavimento, è in tal senso vera piéce teatrale, in cui la performer appare allo stesso momento quale soggetto prolifico, archetipo vitale, cui dal vivo si lega dall’interno quella partitura auditiva primaria che è patrimonio del nostro tempo, da Debussy a Cage a Eno.… Intervengono d’immediato le componenti pittoriche del Progetto Mater, nelle quali si disvela il senso di permeabilità, di percorso, di respiro fra interno ed esterno …quale ‘trasduttore’ di energie. Esso infatti viene interpretato su tela secondo una dimensione aerea e di trasparenza, per le quali l'’oggetto si fonde davvero nella luce, anzi diviene figura luminosa... … nei volumi che sfumano all’intero in bianchi velati, quasi accecanti e del tutto persuasivi nella loro avvolgente forma di superficie, ed inducono alla praticabilità dell’'udire per davvero, del riconoscere quel respiro sfumato, quel tratto originario a tutti comune...'

 

Pietro Gaglianò   "Progetto Mater" Personale La Corte Arte Contemporanea Firenze, Exibart 2001

'... Peccato che non tutti abbiano la possibilità di assistere a Progetto Mater muovendosi in galleria in compagnia di Antonia Fontana e conversando con lei. In questo modo è più immediato capacitarsi di come Progetto Mater non sia solo un'’installazione. Scrivendo assistere a… ho voluto richiamare l’'attenzione sulla qualità che individua nel modo più appropriato questo lavoro: il suo essere in fieri. Progetto Mater è un qualcosa che accade, pur rientrando solo in parte nella tipologia delle arti performative, è ricerca che va al di là dell’'opera compiuta ed è celebrazione di un mistero. Il corpo è visto come il fenotipo dell'’esistenza, il luogo dell’identità…. Facendo uso di linguaggi differenti l’'artista rappresenta un ibrido “testuggine-umano” che contiene in sé le tre direzioni della riflessione alla base del progetto: l’'unità, l’'eternità, la ricerca dell’'oikìa, la dimora. Il guscio è un richiamo esplicito all'idea di principio, luogo della nascita ed elemento di identificazione. Osservando le opere di Antonia Fontana viene spontaneo portare le mani a rintracciare i confini del proprio corpo. La molteplicità delle tecniche utilizzate, pittura, fotografia e installazione sonora, tende all'unità. Come in una raffinata rappresentazione di danza Buto, l'iterazione, mai pedissequa o scontata, ha lo scopo di purificare la conoscenza mirando al raggiungimento di una percezione unitaria...'

 

Angelo Bianco   "Generation" Juliet n°108 giugno 2002

'… non ha più senso far riferimento a concetti di stabilità e tassonomia, poiché tutto avviene all’insegna della trasformazione, la nuova generazione guarda e s’interroga sulle immagini che la circondano, sui prodotti che le offrono, sulle idee che le propongono.

L’'arte attuale si sviluppa significativamente verso una sorta di “politica del sospetto” per dirla con Jean Luc Godard che: “…non cerca più di mostrare delle immagini, ma dei rapporti fra le immagini”, Godard con questa affermazione, cerca dunque di spiegarci che girare un ”film politico” non consiste nel tradurre Hollywood in un’ ottica marxiana, ma semplicemente filmare “la lotta di un suono contro un’'immagine e delle immagini tra loro”. Fra le artiste che si sono dedicate a questo tipo di sampling concettuale, Marisa Merz, Eva Marisaldi, Liliana Moro, Antonia Luisa Fontana, Maria Novella Del Signore ...'

 

Chiara Leoni   "Toscana Forza D'’Urto" Flash Art 93 febb/marzo 2000

'... Se l’ultimo decennio ritrova un indubbio interesse verso il corpo e l’azione, materiali intrinsecamente eloquenti, in Toscana tutta una giovane generazione di artiste recupera la performance come modalità d’urto, tentativo ultimo di riaccendere la miccia dell’arte nella provincia impigrita.

Gli intenti e gli sviluppi seguono sentieri immemori del passato, eludendo manifestazioni dirette, platealmente politiche e affidandosi a un egocentrismo ironico, oppure, al contrario, riprendono il discorso interrotto attraverso nuove drammatizzazioni dell’autocontrollo fisico, riferendosi però all’immaginario sintetico degli anni Novanta. Partecipano a questa rinascita Maia Marinelli, Melania Lanzini, Valentina Favi e Antonia Fontana...'

Donatella Melini, Salima Arfoudi   "Il Corpo Della Pittura" Careof Milano, Testo 1998

'... Il corpo come mezzo per creare relazione con l’'ambiente. Medium che si cela, cerca una custodia per una sospensione di attività. …E'’ attraverso l’'Assenza che Antonia Fontana “seduce” l'attenzione. “L' Assenza non è ciò che si oppone alla presenza ma ciò che seduce la presenza” (Jean Boudrillard 'Le strategie fatali'). Presenza che occupa lo spazio eccitato dalla produzione energetica dell’'artista...'

Nicola Micieli  "Incontri Fluitazioni del tempo" XVII Rassegna d'Arte 'Città di Buti' Teatro F. di Bartolo, Catalogo 1998

'… ho pensato di invitare ad agire il palcoscenico del teatro di Buti Antonia Fontana, artista figurativa e animatrice di eventi, la quale ha concertato un' opera composita (installazione e performance) dal titolo 'Crononauta', che ha suggerito, peraltro, di ispirare al tema del tempo la presente edizione degli Incontri. …Fontana ha imperniato l'intera sua opera, che si esprime all'optimum quando il segno grafico, la struttura formale, l'insieme figurale si completano nella presenza fisica dell'artista: essa stessa segno, forma e figura in cui si concentrano e da cui irradiano tutte le potenzialità non solo creative, ma di vita e di rinnovamento del respiro universale ...'

Giandomenico Semeraro   "Idios" Palazzo Municipale Comune di Codogno, Lodi, Personale, Catalogo 1997

'... la superficie pittorica risulta essere a tutti gli effetti membrana sensibile, estremamente preziosa perché punto di passaggio, di incontro, proprio dove preserva, mantiene, contiene. Membrana sensibile, e anche membrana permeabile: se la scatto può avvenire, ebbene ciò sarà possibile solo dove la forma, intesa quale contenitore e trasduttore di energia, sia portata ad un massimo di elaborazione e di compiutezza: di raffinatezza.. laddove, andrà ulteriormente sottolineato, "(… il significato non sta nell'armonia, ma in uno schema di forze controllate in via di ordinamento …)"…… Pittura in senso alto, rigorosa nei passaggi, attenta così all'impianto coloristico, densa di profondità edi odori...'

Patrizia Landi   "We Are Presents" Villa Vogel Asses. alla Cultura Firenze, Catalogo 2002

' ... Nell’'Installazione Ambientale e Performance di Antonia Fontana il tema affrontato è quello del rapporto Uomo-Natura.

" E'’ una riflessione nei confronti del fragile Ecosistema, una difesa della Risorsa come preciso indirizzo Etico”

L'artista, coadiuvata da diciassette studenti dell’'Accademia di Belle Arti di Firenze, mette in atto un ideale abbraccio tra lei e le presenze arboree circostanti. A sottolineare l'azione il loop incessante di voci di uccelli provenienti dalla foresta amazzonica. Dopo l’'azione restano istallati undici tableaux ed altrettanti fiocchi bianchi come testimonianza di un avvenuto scambio di linfa vitale ...'

Nicola Micieli   "Arte per la Vita" Ex Monasteo delle Benedettine Pisa, Catalogo 1999

'... Segue un gruppo di quattro artisti che pur appartenendo a generazioni e tendenze diverse hanno in comune la ricerca della moltiplicazione del senso attraverso la contaminazione di codici e procedimenti operativi. Sono Bobò, Fontana, Marcucci e Miccini. Bobò e Fontana mi sembrano una sorta di Argonauti. Il loro sguardo è una sonda in viaggio nello spazio: quello edificato o meglio coperto dalla rete delle connessioni tecnologiche e l'altro irriducibile alle coordinate umane, immerso nel mistero... Fontana cerca l'angolo di incidenza idoneo per accedere, attraverso la materia sensibile, alla dimensione della realtà che vorrei dire cosmica, anch'essa confidando nella virtù premonitrice dell'arte...'

Raffaele De Grada   Personale Palazzo Municipale Codogno, Mi 1989

Personale Loggia Dé Rucellai Firenze Testo in Catalogo 1989

'... A Firenze Antonia Fontana ha affrontato il "moderno" della pittura, quell'idolo che pende tra materia colorata e segno significante, tra emozione gestuale e ambiguo cromatico e, prova del suo talento, ha condotto esperienze che si richiamano ora a Fautrier ora a Burri, con un accento sincero, ai limiti di una eccezionalità di rapporti cromatici attraverso i quali la Fontana raggiunge una personalità che vale la pena di segnalare.'

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